Italia e Cina, la via dei dati

15 settembre 2020, Go East: rassegna dei rapporti Italia - Cina (di Lorenzo Lamperti su China-Files.com)

La visita di Wang Yi a Roma di qualche settimana fa. Il summit in videoconferenza tra Xi Jinping e Unione europea di lunedì 14 settembre (qui una scheda ISPI sull’argomento). E poi il Consiglio del 24 e 25 settembre nel quale si deciderà la linea in merito a un accordo sugli investimenti che, improvvisamente, Pechino sembra volere in maniera più urgente di Bruxelles. In mezzo a questo calendario, la Cina torna a creare dibattito e polemiche anche in Italia. E lo fa dopo un’inchiesta de il Foglio, che ha analizzato “un mastodontico database ottenuto insieme con altre testate internazionali come il Telegraph, il Sunday Times, l’Indian Express, il Globe and Mail e l’Australian Financial Review”. Al centro del pezzo di Giulia Pompili c’è l’Okidb, Oversea Key Information DataBase, “uno strumento a disposizione di Pechino costruito dalla società Zhenhua della città di Shenzhen”. All’interno del database “compaiono 4.544 nomi e cognomi”, scrive Pompili. “La raccolta dei dati italiani sembra iniziare dal 2006” ed è divisa in tre categorie: persone politicamente esposte, i parenti o stretti collaboratori e le persone di interesse speciale. Tra i tanti nomi, si citano quelli di Enrico Letta, Laura Boldrini, Lia Quartapelle, Giulio Tremonti, Lisa Ferrarini (presidente del gruppo alimentare Ferrarini ed ex vicepresidente di Confindustria per l’Europa durante la presidenza Boccia), le famiglie Berlusconi e Renzi e tante altre figure del mondo politico, industriale e scientifico. Ma appaiono anche criminali e narcotrafficanti. “Diversamente dagli elenchi di altri paesi, anche europei, nella lista delle persone che hanno un’influenza politica in Italia non compaiono i politici con attuali ruoli di governo”, scrive ancora il Foglio.

Go East, China-Files.com, Lorenzo Lamperti